Volkswagen Maggiolino Cabriolet, fascino antico su standard moderni
Di Daniele GrattieriUna storia complessa e affascinante, ricca di compromessi e retroscena storici, quella che porta alla nascita del Maggiolino tedesco (“Der Käfer”), la prima auto della Volkswagen. Un successo indiscusso fino agli anni Settanta, quando il primato di auto di famiglia è ceduto alla nuova Golf (1974).
Ma l’auto più longeva di sempre, prodotta ininterrottamente dal 1938 al 2003, accavallandosi col nuovo modello New Beetle nel 1998, per poi riprendere con nuove ambizioni dal lancio sul mercato dell’ultimo modello, il Maggiolino del 2012, ha riscosso sempre un successo mondiale. Anche nella variante Cabriolet, sulla base di diverse versioni dal 1949 al 1980, ha saputo farsi apprezzare, fino all’ultima, attuale versione che nel 2015 ha visto l’immissione di nuovi motori Euro6 e di maggiori dispositivi di sicurezza.
Il design, rispetto al New Beetle del 1998, è più vicino all’originale e della versione cabriolet riprende la tela, come materiale per la capote, più performante rispetto al metallo; capote che dopo l’apertura rimane esterna, in una curva esteticamente ben curata, consentendo di avere un bagagliaio ancora accettabile per una 4 posti (230 l circa). Apertura e chiusura inoltre sono elettriche e possono essere azionate anche durante la guida, se a una velocità inferiore ai 50 km/h: 9,5 secondi per aprire e 11 per chiudere. La scelta della capote comporta però un appesantimento per ripristinare la rigidezza della scocca: un anello d’acciaio intorno al parabrezza aumenta la resistenza (diminuendo le vibrazioni) e due roll-bar dietro i sedili posteriori, che escono in pochi millesimi di secondo in caso di possibile capovolgimento, aumentano la sicurezza e la rigidità della vettura. Sicurezza a bordo che è aumentata grazie al Cruise Control, al sistema di rilevamento della stanchezza e all’anti collisione multipla, nonché agli airbag di serie.
Gli allestimenti sulla cabriolet sono solo due, Design e, il più ricco, Sport (con i sensori di distanza per sopperire alla mancanza di visibilità posteriore); come pure due sono le motorizzazioni, benzina e diesel. Il benzina 1.2 TSI con i suoi 105 cv è più piccolo ma non meno grintoso, mentre altre prestazioni è in grado di erogare il 2.0 TSI, con 220 cv e la possibilità di scegliere tra cambio manuale e cambio robotizzato. In mezzo un 1.4 di cilindrata sempre a benzina con 150 cv e doppio cambio. Il turbodiesel unicamente da 2.0 di cilindrata, con 110 o 150 cv, propone anch’esso la scelta del tipo di cambio.
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