Porsche stravince la sfida Panamera

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Quando è nata, nel maggio 2009, ha lasciato perplessi molti cosiddetti esperti d’auto: la Porsche Panamera non convinceva “perché è una coupé a quattro porte” a motore anteriore, e una “roba del genere non si è mai vista su Porsche” e “la macchina non verrà capita dal pubblico”. Dopodiché, si chiude il primo anno di commercializzazione, e leggi che sono addirittura 22.518 gli esemplari Porsche Panamera venduti in tutto il mondo: avevano ragione agli strateghi del marketing della Casa tedesca, che fa parte di un Gruppo vincente come Volkswagen.

Per la prima quattro porte di Stoccarda, vanno aggiunti gli ordini già raccolti, migliaia: la produzione dello stabilimento di Lipsia supera le 25.000 unità.

In questo modo, la Porsche Panamera si pappa una quota del 13% del mercato mondiale delle auto di lusso. Per la precisione, la regina è la Panamera 4S con 9.394 pezzi venduti, seguita dalla Panamera Turbo (6.171 veicoli) e infine la Panamera S (4.563 esemplari).

È un successo che ricalca, per ora, quello della Suv Porsche Cayenne, la vettura più odiata dagli ambientalisti per le presunte alte emissioni inquinanti. D’altronde, ci sono 60 anni d’attività alle spalle dell’azienda teutonica: esperienza, intuito, design e tecnologia con pochi eguali sul pianeta.

Un altro dato curioso viene dal luogo in cui si acquista la Porsche Panamera: al primo posto Los Angeles con 880 vetture, poi New York con 760. Segno che quel veicolo fa status symbol da matti. In quelle città i ricchi ha bisogno di macchine che diano immagine. Più staccate Hong Kong con 300 esemplari, Dubai a quota 285 e quindi Tokyo a 223. E l’Italia? C’è Milano a quota 109.


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