I passaggi per definire il valore di un’auto
Di Daniele GrattieriLa valutazione di una vettura usata rappresenta la determinazione di un valore economico e, come tale, richiede specifiche conoscenze. Fondamentalmente, consiste nel computare per sottrazione il valore di un bene del quale si conosce il prezzo di vendita a nuovo. Detto in parole più semplici, bisogna quantificare economicamente quel che rimane del valore iniziale dell’auto. Proprio in virtù di tale difficoltà, è logico affidarsi a professionisti che di questa valutazione conoscono fasi, metodi, parametri e insidie.
Per il consumatore sono sempre a disposizione le riviste di settore, le quali recano specifiche tabelle di valutazione basate su variabili standard quali marca, modello e anno di immatricolazione. Sebbene tali stime siano effettuate da esperti, non possono restituire una misura perfetta del valore della vettura, essendo ben più numerose delle tre sopra menzionate le variabili da considerare. Analogamente, vi sono degli strumenti ad appannaggio (quasi) esclusivo delle concessionarie che operano con la medesima logica di fondo e, perciò, con limiti simili. Fatta questa doverosa premessa, è utile capire quali siano le fasi e i parametri da tenere in considerazione per rispondere alla domanda posta in questo articolo.
Sono molteplici le variabili da vagliare per ottenere una valutazione della propria auto usata. Il primo passaggio può essere riferito ai parametri già citati in precedenza. Marca e modello, infatti, ci dicono molto in termini di valore economico, dal momento che non tutte le case automobilistiche “svalutano” allo stesso modo. Alcuni brand e modelli tendono a conservare il valore iniziale meglio di altri, ad esempio perché ritenuti più affidabili, per una maggiore facilità di ottenere assistenza, perché hanno avuto migliori performance di vendita, perché sono ancora molto richiesti dal mercato o, semplicemente, per il blasone del marchio. Il passaggio successivo consiste nell’incrociare marca e modello con due dati fondamentali per la stima del bene: l’anno di immatricolazione e il chilometraggio. Il primo fornisce un parametro teorico di valutazione ma nulla ci dice circa la vetustà della vettura. Per questo è necessario considerare i chilometri percorsi dall’auto, che costituiscono l’unico autentico dato numerico di determinazione. Tuttavia, anche questo fronte non esaurisce la lista dei passaggi da compiere. È sì vero che si tratta di un fattore quantitativo e che, in quanto tale, non dovrebbe essere opinabile. Ma un conto è aver percorso migliaia di chilometri con tutte o quasi le componenti meccaniche originali, altro è vantare ad esempio un motore appena rifatto.
Questi elencati, unitamente a una valutazione dello stato di conservazione degli interni e degli esterni della vettura, sono i passaggi fondamentali da compiere nel caso di un’auto usata. Come si potrà facilmente notare, non si tratta di una determinazione semplice. Perciò, seppur apparentemente banale, il consiglio è quello di delegare tale analisi a professionisti del settore. Unica via per ottenere una quotazione attendibile e ponderata, ed evitare di cadere in facili errori di sopravvalutazione dettati dalla soggettività o di sottovalutazione, frutto di determinazioni da parte di figure scarsamente competenti o che agiscono per interesse diretto nella compravendita.
Commenta o partecipa alla discussione