Museo Targa Florio di Cerda
Di Davide ReinatoMi hanno sempre insegnato che se voglio guardare al futuro, devo sempre tenere un’occhio rivolto al passato, alle mie umili origini, al lavoro di gente che ormai non c’è più ma che ha dato tanto, a volte anche la vita, perché qualcosa fosse portata avanti. I ricordi ci appartengono, fanno parte del nostro essere e nessuna parte della nostra vita può essere cancellata completamente.
Da siciliano, come potrei dimenticare la mitica Targa Florio. Come potrei cancellare i ricordi di un grande Nino Vaccarella su quei tornanti. Come potrei cancellare la storia…
Eppure, a qualcuno tutto ciò non interessa. Qualche tempo fa, ho avuto modo di scambiare e-mail con il responsabile e creatore del Museo della Targa Florio, il signor Antonio Catanzaro. Quest’uomo, spinto dalla forte passione e ammirazione verso il creatore della storica gara, Vincenzo Florio, ha creato un vero e proprio Museo dedicato alla corsa più affascinante della storia… alla pari della Mille Miglia, a mio parere.
Con i risparmi di una vita, ha recuperato cimili della corsa e dei piloti, dando vita ad una macchina del tempo, capace di portarti indietro e respirare l’atmosfera di qualcosa che ormai non esiste più. Lo ha fatto da solo, senza vedere mai un centesimo dalle istituzioni. Fosse solo quello, sarebbe oro. Il buon lavoro di qualcuno suscita malumore in qualcun’altro, forse per invidia, forse per qualche interesse personale. Non so.
Sta di fatto, che il lavoro di Antonio Catanzaro potrebbe ora essere perso. I locali dell’ex Motel Aurim (albergo che ha ospitato in passato i piloti della Florio e dove tra l’altro venivano preparate le Alfa Romeo 33 TT) sono ormai inadeguati e troppo piccoli per la miriade di libri, foto e cimeli vari.
Per chi volesse fare un salto nel passato, il sito è: www.acs-protargaflorio.it
Possibile che salvare la memoria della Targa Florio non interessi proprio a nessuno?
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