Land Rover – Range Velar: 50 anni di “Her Majesty The SUV”

Di
Land Rover

“Riccardo, occhio solo a non mettere le ruote sull’erba”.

Così Giorgio, preziosissimo Istruttore di Guida Sicura – che pazientemente affiancava i vari Fleet Operator invitati a provare sulla Pista di Vallelunga nel corso del “Fleet Motor Day” organizzato da “Fleet Magazine” – mi preparava al test sulla opulenta e bellissima “Range Velar 240” di Land Rover.

Poco prima, infatti, sul circuito si era scaricato un acquazzone violento ed il tracciato era completamente bagnato. E dunque, per il carattere tipico di una Range Rover, perfetto per il Test Drive!

Come infatti avrei provato personalmente, persino il classico “uomo della strada” (senza pretese agonistiche e decisamente poco esperto nella guida veloce) viene assistito e “prevenuto” amorevolmente da questo incrociatore da strada in ogni condizione di guida da una piattaforma tecnologica che non offre solo lusso e comodità, ma soprattutto sicurezza e dinamicità di guida attiva.

Se infatti a prima vista ci si sente subito rassicurati da un corpo vettura da 4,80 mt. di lunghezza (per 1,93 di larghezza ed alto 1 metro e 66, con seduta a livello “trono reale” altissimo da terra) e quasi 1900 chili di dislocamento, che nelle prove Euro-NCAP (visibili persino su Youtube) merita le fatidiche 5 stelle, si fatica a pensare altresì che la massa della “Range Velar” si possa trovare a suo agio sia in offroad che, come nel mio Test, in Pista.

Sul velluto anche di fretta

Il merito di tanta capacità prestazionale è di molteplici fattori: lo chassis in alluminio per l’80% (rigidità e risparmio di peso), le sospensioni a quadrilatero davanti e a schema multibraccio dietro; l’impronta a terra di passo e carreggiate il più possibile in proiezione degli ingombri esterni della carrozzeria e delle “ruotone” da 22”; e su tutto il sistema di trazione integrale “Terrain Response”, assortito di serie con tutti i tipi di controlli possibili, capace di fungere praticamente da vero e proprio lettore di strade in grado di adattare assetto e motricità in base ai diversi tipi di fondo stradale.

Su Pista: non tradisce e non delude

Range velar

Il tracciato di Vallelunga, dedicato al suo ideatore Piero Taruffi, e che per i romani come me è un poco il tempio delle giovanili fughe domenicali da biker o in gruppo di appassionati, è stato rivisitato profondamente nel 2004 e per l’evento rivolto ai Fleet Manager era proposto nel tracciato (un poco ridotto) segnato da un curvone veloce, dalle famose “Cimini” e da un tornantino stretto.

L’asfalto ottimo e la presenza dei dispositivi di sicurezza, che ci ricordano che solo in Pista si deve e si può tentare il limite, nel mio test si sommano anche alle sensazioni tipiche del manto bagnato. In tutto ciò la Velar permette di percorrere stabilmente la traiettoria prestabilita e corregge in modo istantaneo ogni “toppa” del driver poco esperto. Al punto che infatti l’unico vero problema sarebbe stato quello di uscire con le ruote esterne dal tratto di asfalto e di finire sull’erba bagnata.

Un esempio? In più di una occasione il sottoscritto, sentendo l’effetto della forza centrifuga che spingeva quasi due tonnellate in modalità “deriva” all’esterno curva, per la suggestione ha fatto una delle due cose che non si devono mai fare in casi del genere (in curva): anziché aprire gradatamente lo sterzo per riallineare le ruote, io ho praticamente chiuso ancor di più il raggio di curva per contrastare, irrazionalmente, quell’effetto deriva.

Se tuttavia io avessi accompagnato con lo sterzo – dolcemente – la Velar verso esterno curva, facendo la cosa giusta, non avrei sentito realmente sotto le mie terga il lavoraccio che questa cucciolona, a suon di scrolloni e piccoli zig zag, compiva progressivamente su se stessa per non perdere direzionalità, modificando al meglio motricità e assetto per impedire al retro di partire per i fatti suoi e mantenendo il raggio di curvatura il più possibile continuo proprio secondo la traiettoria che io avevo precedentemente deciso.

Però diciamolo chiaramente: con un Suv tradizionale e vecchiotto le mie reazioni di guida avrebbero comportato come minimo un repertorio di piroette in pista. Come minimo. E vi assicuro, credetemi, che sentire quasi due tonnellate mantenute perfettamente in linea e in sicurezza dalla straordinaria dotazione tecnica di questo SUV ti fa sentire subito in pace con il mondo. Preziosissimo ancora una volta Giorgio nel suggerire quello che invece va fatto – contro quel che di solito la paura ci fa fare – in questi casi.

Ah, direte voi, quale è la seconda cosa da non fare – di solito – con le ruote non allineate? Beh, è semplice: frenare di botto.

Land Rover ed i Fleet: affinità elettiva

Land Rover

“Velar” è la sigla con cui gli ingegneri di Land Rover battezzarono il prototipo che proprio mezzo secolo fa diede vita alla icònica Range Rover, la tre porte di lusso destinata sia ad affiancare la tradizionale fuoristrada “Land” sia a toccare quel segmento di mercato iniziato dalla Jeep “Wagoneer” e seguito dalla Toyota “Land Cruiser 60 Series”.

Tra questi modelli proprio la “Range Rover” è stata capace di creare un segmento di mercato a sé stante. Ogni uscita di un nuovo modello Range ha conquistato lo spazio e l’informazione mondiale generando immediatamente nuovi benchmark. E a parte alcuni periodi di criticità aziendale del Marchio, ben pochi sono stati i modelli non riusciti o non apprezzati. Attualmente acquistare il brand “Land” e “Range Rover” significa puntare su una gamma assortita ed estesa per ogni tipo di utilizzatore e di esigenza aziendale, garantendosi un ottimo prodotto tecnologico puntualmente assistito da un costruttore che investe continuamente sia in Customer Care ed Assistenza che in sviluppo ed aggiornamento tecnologico.

Fattori questi che uniti all’indiscutibile fascino del marchio, garantiscono un piacere di utilizzo costante, costi di gestione razionali, ed una tenuta di valore nel tempo praticamente assicurata. Elementi che per il Fleet Manager sono vere e proprie parole d’ordine, per decidere un acquisto.

Riccardo Bellumori


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