Due chiacchiere con Luca Budel, giornalista sportivo
Di Davide ReinatoQuesto è il mese della calma piatta per il motorsport: a parte i test invernali che anticipano la nuova stagione, c’è veramente poco da scrivere e commentare. Abbiamo assistito ad un 2008 emozionante, sia per quanto riguarda la Formula 1, sia per la MotoGp.
Ma ora che la competizione è in letargo, ci dedichiamo un po’ alle persone che lavorano nell’ambiente. Così, come una sorta di rubrica molto, ma molto, informale ci dedicheremo a coloro che ci regalano emozioni: piloti, ingegneri, tecnici e… giornalisti.
Ebbene si, vogliamo proprio cominciare da qui. Siamo andati a scomodare un collega dal nome conosciuto, da qualche anno inviato di Mediaset per la redazione motori: Luca Budel.
Davide: Luca, innanzi tutto parliamo un po’ di te. Oggi lavori in un’azienda prestigiosa come Mediaset, ma fare il giornalista sportivo è sempre stato una tua ambizione o ci sei finito per caso?
Luca: No, in realtà è sempre stato un mio sogno. Ho iniziato abbastanza presto, quando avevo 17 anni, grazie al mio attuale collega a Mediaset, Alberto Porta. Eravamo amici e lui lavorava già per un settimanale locale, il Corriere di Monza e Brianza. Inizialmente mi occupavo di recensioni musicali, altra mia grande passione, successivamente mi sono dedicato solo al calcio, dove seguivo alcune categorie minori. Poi finalmente sono arrivato ai motori…
D: … e tutt’oggi te ne occupi su Mediaset. Più volte abbiamo visto e sentito i tuoi servizi su Formula 1 e MotoGp. Ma cos’è che più ti appaga del tuo lavoro?
L: Inizialmente c’è l’entusiasmo di vedere e toccare un mondo che prima era filtrato da giornali e televisione. Più avanti però subentra una sorta di assuefazione. Il bello ora è conoscere il mondo e affrontare in totale autonomia situazioni spesso impegnative. Pensa, quando ho iniziato correvano ancora Mansell, Prost e Senna. Io ero poco più che un ragazzino. Oggi, invece, i ragazzini sono i piloti che mi ritrovo a intervistare. Anche l’approccio diverso fa parte della crescita.
D: Un’ultima domanda sulla Formula 1, dove ti vedo più propenso. Qual è il personaggio che ti ha colpito più di tutti, in positivo ed in negativo, in tutti questi anni di carriera giornalistica?
L: In positivo, sicuramente Ayrton Senna. A parte il talento assoluto, anche fuori dalla macchina non era mai banale… anche a fronte di domande banali. Un personaggio dalla profondità umana unica, insomma.
In negativo – forse anche questo vi sembrerà banale, mi ha colpito Ralf Schumacher. Ricordo che la sua prima gara in carriera in Formula 1 con la Jordan, se ne andò stizzito senza parlare con i giornalisti che lo aspettavano. Un personaggio fatto della stessa pasta era Montoya…
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Ciao come va ne è’passato del tempo auguri buone feste marco