Circolano sempre più auto “storiche” – per non pagare l’assicurazione

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Non è tanto una passione per l’antiquariato, né un tentativo di usare fino all’ultimo un’auto prima di buttarla in barba al consumismo, quanto piuttosto una questione economica: il numero delle auto con più di 20 anni (tra cui la vecchia Fiat 500 e la 126, ma anche le Renault 4, la Diane o due-cavalli Citroen, la Mini Minor e la A112 di Autobianchi) è praticamente raddoppiato nell’ultimo decennio, superando i 4 milioni di modelli. Questo perché le auto vintage pagano premi molto bassi per le polizze RC auto (dai 100 ai 170 euro annuali) e in tempi di crisi il risparmio è notevole.

In forte diminuzione anche il numero di rottamazioni e in aumento le compravendite di auto usate, mentre il numero delle immatricolazioni nuove è giunto ai minimi storici dal 1964.

Un’auto viene considerata “storica” in base alle normative quando ha più di 20 anni d’età e, con una certificazione dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano) può ottenere la polizza assicurativa ridotta del 70-80% rispetto a una nuova. Se invece supera i 30 anni, è definita “anziana” e gode automaticamente dei benefici.


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